Le
ottime condizioni dell’imbarcazione hanno reso possibile la
raccolta di dati significativi. Innanzitutto, era una nave
mercantile, che fece scalo ad Atene per poi intraprendere la rotta
verso Gela, a dimostrazione della rilevanza della città siciliana in
questo periodo. Ma una brutta tempesta impedì al natante di
raggiungere le coste siciliane. Tale è lo stato di conservazione del
relitto che dai danneggiamenti subiti è stato anche possibile
ricostruirne, a grandi linee, la dinamica dell’affondamento e le
fasi concitate che dovettero precederlo con il tentativo da parte
dell’equipaggio di alleggerire l’imbarcazione incominciando a
lanciare in acqua il carico di bordo.
Dall’analisi
di alcuni reperti si è riusciti a individuare l’appartenenza
sociale di alcuni membri dell’equipaggio: il ritrovamento di
una fibula d’argento ci suggerisce che quest’ultima
doveva appartenere al comandante, probabilmente, di elevato rango
sociale o ancora la presenza di uno stilo utilizzato per scrivere
su tavolette di legno incerate ci suggerisce la presenza di
un membro che aveva il compito di redigere il giornale di bordo.
Il ritrovamento di uno zufolo, una sorta di flauto, potrebbe
indicarci la presenza di un flautista col compito di rallegrare i
compagni ma poteva anche avere scopi cerimoniali e religiosi.
Infatti,
l’equipaggio doveva essere piuttosto religioso essendo stato
ritrovato un altare in bronzo e parecchie statuine votive. Cosa
ancor più sorprendente, è stato possibile capire cosa mangiassero
questi uomini essendo stati identificati resti di carne bovina,
diverse specie di pesce e il nocciolo di una pesca. Infine,
l’imbarcazione ha permesso di fare chiarezza sulle tecniche di
costruzione navale, infatti, il relitto del 1988 fu realizzato con
delle tavole di legno tenute assieme con delle corde di fibra
vegetale, tecnica appartenente a molte aree del Mediterraneo.
Le
operazioni di recupero sono state effettuate solo diversi anni dopo,
nel 2003 e poi nel 2008, ad opera della Soprintendenza di
Caltanissetta, a cui è seguita la lunga fase di restauro, lavoro
estremamente delicato e affidato al laboratorio Mary
Rose Archaeological Service di Portsmouth.
Oggi
l'importante relitto si trova a Forlì, ai Musei San Domenico dove è
allestita la mostra "Ulisse" Arte e Mito.
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