STATUA DI CERERE
“Fimmina Nura” “Scaldava troppo gli uomini…” così scriveva Andrea Rapisarda su
“Cronache della Politica e del Costume” nel 1954, anno in cui la Statua di
Cerere veniva collocata in Piazza Umberto I, dinanzi al sagrato del Duomo.
Opera di Silvestre Cuffaro, considerato tra i più grandi artisti del tempo, la
statua bronzea, da tutti definita “Fimmina Nura”, suscitò nel giorno del suo
svelamento opinioni contrapposte: Da una parte l’allora parroco del Duomo che
arrivò a minacciare il blocco dei festeggiamenti della patrona Maria SS.
d’Alemanna, dall’altra l’on. Aldisio, allora Ministro delle Infrastrutture, che
per cercare di placare gli animi dei più pii, fece aggiungere un velo per
coprire parte delle nudità della dea. L’opera di Silvestre Cuffaro richiama in
sé il gusto classicheggiante, visibile nei lineamenti e nella statuaria.
L’abbondanza delle forme e la presenza di spighe di grano sul braccio destro,
delineano un parallelismo con la figura di Cerere, mentre la base marmorea un
collegamento tra la città moderna e la gloria del passato. Attraverso questa
immagine Silvestre Cuffaro volle rappresentare Gela, un’opera dalla grande
forza che riassume in sé secoli di storia. La Statua, sopravvissuta per ’60
anni a diversi progetti di ricollocazione, è oggi uno dei simboli della città
di Gela, testimone di numerosi eventi storici che hanno caratterizzato la città
in più di mezzo secolo.
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