Salvatore Francesco Romano, nato ad Acquaviva Platani (Caltanissetta) nel 1910, ha insegnato presso la Facoltà di Lettere e l’Istituto di Scienze Politiche dell’Università di Trieste. Ha pubblicato saggi su problemi letterari e filosofici, studi sul Risorgimento, il movimento operaio e l’età contemporanea. Nel 1956 fu tra i firmatari del “manifesto dei 101”, quando una parte degli intellettuali comunisti italiani espresse il proprio dissenso per la repressione sovietica in Ungheria. Tra le sue opere più significative “Storia dei Fasci siciliani” (1959), “Breve storia della Sicilia: momenti e problemi della civiltà siciliana” (1964). Intorno al 1960 lo storico Salvatore Francesco Romano ha voluto pubblicare una sua “Storia della mafia” e il risultato è stato quanto mai apprezzabile, al di là di quanto scritto nella quarta di copertina dell’edizione Mondadori del ‘66: “alla luce di una ricerca storico-sociologica, egli rintraccia le radici economiche politiche e morali del complesso fenomeno, e ci dà un’opera per diversi aspetti definitiva”. L’illustre storico e letterato Salvatore Francesco Romano nel volume I di “ Opere e scritti vari”, quando racconta delle sue prime letture in casa del nonno Francesco Pitonzo :“Ad Acquaviva in casa del nonno, dove oltre alla filotea, c’erano anche i racconti di padre Bresciani, le storie del Rollin … li lessi avidamente “ e ancora quando parla delle sue prime esperienze sentimentali ad Acquaviva : “durante le notti di luna una luce lattea avvolgeva le oscure case del paese, addolcendone gli spigoli, uscivamo con i miei cugini, e in testa il lungo e allampanato Pio Pitonzo, per le vie, con violino chitarra e mandolino, a fare la serenata ad una bellissima ragazza …” , ti permette, grazie alla sua scelta di mantenere intatta l’aderenza del lessico alle immagini, agli stati d’animo, ai ricordi di volta in volta evocati, di riviverli a tua volta con ingenua meraviglia. (tratto da archivio dott.ssa Maria Carmela Pitonzo)
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